Conclusioni di Domenico Gallo

Ringrazio tutti i partecipanti, specialmente quelli che si sono sobbarcati la fatica di venire a Roma da tutt’Italia ed hanno avuto la pazienza di resistere al caldo per attendere ai nostri lavori.

Abbiamo iniziato la nostra giornata, com’era doveroso, con un omaggio al nostro amato Presidente onorario Stefano Rodotà, scomparso proprio ieri, attraverso il ricordo di Massimo Villone e Alessandro Pace, cui è seguito un minuto di silenzio.

La partecipazione è stata decisamente inferiore rispetto all’assemblea che abbiamo tenuto il 21 gennaio all’indomani della clamorosa vittoria nel referendum. Tuttavia non dobbiamo scoraggiarci perché, una volta scongiurato il pericolo della manomissione della Costituzione ed una volta ottenuta una vittoria, sia pure parziale sul fronte dell’Italicum, dobbiamo dare per scontato che la tensione politica si stempera e si verifica un certo riflusso. Però non sono venute meno le ragioni perché resti in campo un insieme di cittadini ed associazioni, un Coordinamento, appunto, con la missione di operare sui grandi temi della qualità della democrazia costituzionale nel nostro paese.

In ogni caso la partecipazione è stata significativa per la presenza di delegati o di persone comunque attive in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia, Liguria, Veneto, Lombardia, Piemonte.

La introduzione di Alfiero Grandi ha fatto il punto del momento politico e ci ha fornito i binari lungo i quali si è svolta la discussione in assemblea.

Ha denunciato in particolare la caduta di attenzione rispetto al problema della legge elettorale e i rischi di un nuovo attacco alla Costituzione nella prossima legislatura. Attacco che non sarebbe possibile bloccare se, grazie a una legge elettorale sbagliata, PD e destra potessero superare insieme i 2/3 del Parlamento. Inoltre se vogliamo che il prossimo Parlamento affronti temi importanti come il rifiuto del CETA, e del TTIP, la cancellazione della riforma della ‘buona scuola’, la ridiscussione del fiscal compact, nuove politiche per il lavoro, la tutela dell’ambiente, è essenziale che la sua composizione rispecchi la volontà popolare e sia determinata nel rispetto del criterio della rappresentanza, escludendo le deformazioni derivanti da ‘premi’ e altri meccanismi distorsivi..

E’ dunque necessario che il CDC rimanga in campo per pretendere una legge elettorale coerente con la Costituzione, ma confermando che non si trasformerà in movimento politico, né sosterrà una specifica lista, rivendicando in ogni caso la propria autonomia e il pluralismo dei soggetti che lo compongono.

E’ stata quindi ribadita la proposta di unificare i due Comitati attuali nel nuovo CDC, in base alle indicazioni formulate nell’Appunto già comunicato a tutti i comitati locali.

Grandi ha formulato alcune specifiche proposte di impegno:

–           Una iniziativa pubblica a settembre per rilanciare la necessità di una legge elettorale proporzionale che dia la possibilità per gli elettori di scegliere i propri rappresentanti, per evitare un nuovo parlamento di nominati.

–           La prosecuzione del sostegno alle iniziative della CGIL contro l’annullamento del referendum sui voucher e la loro immediata reintroduzione, e per una nuova legislazione sui diritti del lavoro e l’appoggio alla legge di iniziativa popolare sull’immigrazione promossa dalla Bonino e don Colmegna, sostenuta da ACLI e ARCI.

–           Il sostegno alla LIP che stanno preparando i movimenti della scuola

–           Il sostegno alla LIP predisposta insieme ai Radicali in merito a ‘Potenziamento delle forme di sovranità del cittadino. Referendum, partecipazione, misurazione della qualità dei servizi, trasparenza’

–           La messa a punto e il lancio di una LIP costituzionale per il superamento delle modifiche apportate nel 2012 all’art. 81 Cost. (e connessi) sull’obbligo del pareggio di bilancio, predisposta dal Comitato romano con la collaborazione del prof. Azzariti.

–           L’organizzazione, insieme al Fatto Quotidiano, di una ‘scuola di formazione’ sui temi istituzionali

Su questi argomenti si è svolto un dibattito approfondito. Una delle questioni che è stata affrontata in larga parte degli interventi è quella del nostro rapporto con i nuovi soggetti politici che stanno nascendo, in particolare con la proposta di una Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza, nata dall’appello di due autorevoli esponenti dei Comitati, Anna Falcone e Tomaso Montanari.

Anna Falcone è intervenuta ai lavori dell’Assemblea, esponendo le linee portanti del progetto e chiarendo che i Comitati, in quanto tali, devono mantenere la loro autonomia e terzietà.

Su questo tema molti interventi si sono espressi esplicitamente con favore (non tutti), esprimendo, se non l’adesione personale, una positiva attenzione, pur confermando la necessità di garantire l’autonomia del CDC.

Orbene è evidente che il risultato straordinario del 4 dicembre ha posto una domanda di rivitalizzazione della democrazia italiana che non può restare priva di uno sbocco politico. Il popolo che il 4 dicembre scorso è andato in massa a votare “No” al referendum costituzionale, perché in quella Costituzione si riconosce, da lì vorrebbe ripartire per attuarla e non limitarsi più a difenderla.

E tuttavia, per dare di nuovo valore, concretezza e sviluppo ai beni pubblici repubblicani che la Costituzione ha consegnato al popolo italiano, la prima urgenza è quella di ripristinare l’agibilità politica delle istituzioni rappresentative, ricostruendo quella trama di rappresentanza dei bisogni dei diritti, delle esigenze fondamentali delle persone che un sistema politico oligarchico, aveva lacerato. Di qui l’importanza della nostra mobilitazione per una legge elettorale che restituisca la rappresentatività al Parlamento sulla quale ci siamo trovati tutti d’accordo.

Non può esistere un partito della Costituzione perché la Costituzione è di tutti e non può essere inglobata in una parte politica, però l’esperienza di risveglio democratico che abbiamo vissuto con il referendum deve fecondare la politica e promuovere un grande cambiamento. Di conseguenza consideriamo positivamente la nascita in Italia di uno o più soggetti politici che abbiano nel proprio DNA l’attuazione del programma politico prefigurato dalla Costituzione, incardinato sul riconoscimento del nesso inscindibile tra questione sociale e questione democratica, che mettano al centro dell’azione politica il lavoro, l’ambiente, la sanità, l’istruzione pubblica, la costruzione della pace e della giustizia nelle relazioni internazionali. E non possiamo che auspicare che nel prossimo Parlamento ci sia un forte drappello di eletti impegnati nella difesa ed attuazione dei principi costituzionali di eguaglianza libertà, democrazia e giustizia sociale.

E tuttavia, la nostra funzione è un’altra, aderire ad un soggetto politico organizzato comporterebbe inevitabilmente il nostro scioglimento, sia perché nel Coordinamento sono presenti più sensibilità politiche, sia perché verrebbe meno la possibilità di portare avanti la missione per cui siamo nati, che esige l’autonomia da qualsiasi soggetto politico.

Anche su questo, sia pure con accenti differenti ci siamo trovati tutti d’accordo e possiamo considerare approvate le considerazioni svolte sul punto dalla relazione di Alfiero Grandi.

Il nostro appunto per la costruzione della nuova associazione non ha trovato controindicazioni nel dibattito che abbiamo svolto. Alcuni interventi hanno sollevato l’esigenza di riequilibrare il rapporto fra i componenti originari dell’associazione (il centro) e i componenti in rappresentanza dei comitati e delle realtà territoriali. Posso assicurare che questo riequilibrio ci sarà, anzi andrà oltre, perché con l’ingresso di due rappresentanti per Regione, la componente territoriale sarà più numerosa di quella originaria. Quindi al più presto ci recheremo da notaio per formalizzare il superamento dei due Comitati attraverso la rielaborazione del Coordinamento con le vesti di una nuova associazione.

E veniamo alle iniziative politiche che ci proponiamo di realizzare.

Siamo tutti d’accordo per la realizzazione a settembre in una sede parlamentare di una iniziativa pubblica sull’esigenza di una seria riforma elettorale.

Dal dibattito che abbiamo svolto non sono sorte obiezioni in ordine ai contenuti della quattro LIP che abbiamo proposto. Le perplessità riguardano la nostra capacità effettiva di portarle a termine.

In effetti noi sappiamo per esperienza quanto sia duro, costoso, faticoso ed impegnativo il lavoro di raccolta delle firme.  Se per il referendum l’impegno per la raccolta delle firme è facilitato dalla prospettiva di poter incidere realmente sul tema oggetto dell’intervento, per le leggi di iniziativa popolare, è molto più difficile suscitare una mobilitazione, dato il loro scarso riscontro pratico.

Abbiamo già vissuto l’insuccesso di una proposta di legge di iniziativa popolare, sempre sull’art. 81, lanciata alcuni anni fa, che si è arrestata a quota 8.000 firme.

In realtà perché questa iniziativa possa essere lanciata occorre che ci sia una forte spinta emotiva, occorre suscitare una forte passione politica, che è piuttosto naturale quando ci si trova di fronte alla possibilità di sventare un pericolo concreto, com’è accaduto con la riforma della Costituzione, ma è difficile da provocare su temi che, pur importanti, non hanno uno sbocco politico immediato.

Per questo è importante collegare queste iniziative fra di loro ed in particolare con la mobilitazione del mondo della scuola. Se ci sarà una forte mobilitazione del corpo degli insegnanti, come ci ha preannunziato Marina Boscaino, allora sarà possibile unificare le forze e realizzare le sinergie necessarie per portare avanti tutte e quattro le proposte.

Però dobbiamo capire quante sono le forze vive che possiamo mettere in campo. Per questo procederemo ad un censimento dei Comitati territoriali per verificare quanti sono ancora attivi, quanti sono attivabili in determinate condizioni e fare una verifica della praticabilità prima di procedere al lancio della raccolta delle firme, che non potrà partire prima della riapertura delle scuole.

Di tutto ciò vi terremo informati e cercheremo di rendere più vivace la comunicazione attraverso una newsletter periodica e la rivisitazione del nostro sito per renderlo più aggiornato ed interattivo.